ho letto qualcosa di musil e cioè il compimento dell'amore
novella che intende convincere che il caso governa anche nell'amore
m'è piaciuta molto
presa al volo alla stazione di venezia

ma soprattutto ho letto americana
london e kerouac soprattutto
giro - come facevo da ragazzetto - con un libro dal titolo bellissimo
la scrittura dell'eternità dorata
di kerouac
che sembrano sutra di buddha
ma anche martin eden e il vagabondo delle stelle di london mi sono
piaciuti molto
ho sfiorato anche hemingway (meridiano a 1 euro) che m'è parso un po' uno
stronzone
e italiano tommaso pincio che già dallo pseudo nome è philoamerican
un romanzo un po' dickiano - la ragazza che non era lei
italiano ho anche riletto pavese - dialoghi con leucò - piaciuto moltissimo
ancora una volta

e per prepararmi al festival filosofia sto leggendo
all'ascolto di j l nancy
che verrà ma parlerà del tatto credo e non dell'udito
tantissima roba quest'anno al festival
tanta roba, anche battiatomusikanten

ieri all'inaugurazione della mostra cocteau a mamiano di traversetolo
nel dvd che passa all'ingresso anche musica mia
che uno che non avevo capito chi fosse - ma poi l'amico mauro carrera
curatore della
mostra  m'ha detto essere prof di storia della musica università di parma -
ha giudicato un'attualizzazione di debussy... (magari...) e giù tanti
compliments
da molta gente per la verità

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suonato-mostrato a Adria qualche sequenza di "The Tide", prima di ascoltare
De Angelis sul tema dell'addio con la musica einaudiana del giovane Tiziano
Bedetti
ho stentato a riconoscere il Milo che conoscevo (poco, invero), quello
sperimentale dei '70-'80, in quello elegiaco attuale ma robe profonde m'è
sembrato

conosciuto e fatto micizia anche con altri poets, tal Loretto Rafanelli di
Porretta (Quaderni del Battello Ebbro) simpatico bolognese ma poeta a me
lontano, e invece più vicino e piaciuto il Roberto Cogo che vi linko
http://www.chiaradeluca.com/Roberto_Cogo_index.htm


amante di Kerouac, Satie e Cage

letto Hemingway che ho trovato un po' meglio della prima impressione,
vecchio e il mare, addio alle armi

comprato e sto per leggere l'antipaticuzzo e credo sopravvalutato
Houellebecq un po' fantascienza de la possibilità di un'isola
m'ha convinto all'acquisto quando l'ho sentito parlare alla radio, voce
depressa

letto Shakespeare, il Mercante di Venezia, (mark the music!)

musica bella dai boards of canada, da vashti bunyan, da in gowan ring e da
opto, da taylor deupree + eisi
e da alva noto + sakamoto
ripensato e ascoltato i Rolling di quando c'era Brian Jones perché alla
radio l'avevo sentito mal trattare e anche The Master Musicians of Joujouka

partecipato un po' ma triste, direi,  il festival poesia dei Castelli

visto Musikanten - un po' malamente al festival filosofia - di Battiato e
per quello che ho visto e sentito - pochino - piaciuto
m'ha ricordato Herzog e comunque il cinema dei '70, il mio preferito
a me è piaciuto, salvo forse l'utilizzo della musica di Beethoven, un po'
banale direi in una storia in cui c'entra lui proprio

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passato 3 gg a cremona per questo
http://musicologia.unipv.it/convegno-rock/programma.html


m'ha fatto piacere sentire i suoni della mia
dolescenza
e tanti gggiovvani che piaceva questi suoni


rassegnazione non so, distaccato spiare direi di no
c'è senz'altro un guardare, contemplare dal di fuori, come in un acquario
e questa è la situazione del faust prima di trovare la voglia di agire
certo che per ora questa speranza sta solo nella nuvolina rosa dell'ending

e sì, è arrivato l'autunno
pur che quest'anno l'estate sembra non volerci lasciare
e il wabi sabi
http://www.hogaku.it/glossario/w/wabi_sabi.html


http://www.hermitary.com/house/aesthetics.html




consiglio:
http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Monografie/animal-collective.htm


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http://www.deafcenter.net




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http://www.esmerine.com/index.html





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sempre nel filosofico comprato e letto numero delle rivista  quaderno di
comunicazione - niversità di lecce - dedicato al segreto

piaciuti saggini di la cecla e di angelo semeraro - direttore -
questo dal titolo tende e velami

non ho potuto non pensare a i miei curtains
(pitagora di nascosto parlava,
acusmatico, dietro a una tenda, si dice)

nei bizantini, l'iconostasi, la funzione al di fuori della vista

http://www.unile.it/ateneo/news/dettaglio_comunicati.asp?giorni=&ident=3832



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mark hamn, consigliatissimo

http://www.archive.org/details/cod005



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comprato meridianone di citati
boh, lo leggo con interesse e piacere - mi piacciono le biografie - anche se
il tono è un po' sempre lo stesso, con quell'imperfetto costante - cercava,
sognava, vedeva, sentiva - da favola per bambini
ma insomma ci porta mozart, goethe, pessoa, kafka ecc ecc

e comunque sempre avanti con l'oltre

"Plunge boldly into the Beyond, then be free wherever you are."

-Shoitsu

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BORGES

1964

I

Ya no es mágico el mundo. Te han dejado.
Ya no compartirás la clara luna
ni los lentos jardines. Ya no hay una
luna que no sea espejo del pasado,

cristal de soledad, sol de agonías.
Adiós las mutuas manos y las sienes
que acercaba el amor.
Hoy sólo tienes
la fiel memoria y los desiertos días.

Nadie pierde (repites vanamente)
sino lo que no tiene y no ha tenido
nunca, pero no basta ser valiente

para aprender el arte del olvido.
Un símbolo, una rosa, te desgarra
y te puede matar una guitarra.

II

Ya no seré feliz. Tal vez no importa.
Hay tantas otras cosas en el mundo;
un instante cualquiera es más profundo
y diverso que el mar. La vida es corta

y aunque las horas son tan largas, una
oscura maravilla nos acecha,
la muerte, ese otro mar, esa otra flecha
que nos libra del sol y de la luna

y del amor. La dicha que me diste
y me quitaste debe ser borrada;
lo que era todo tiene que ser nada.

Sólo que me queda el goce de estar triste,
esa vana costumbre que me inclina
al Sur, a cierta puerta, a cierta esquina.

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Marco Lucchi - I found an-insoluble, indefinite-ear [wh059] ***
eine sehr interessante kollaboration, die sich hier auftut zwischen marco
lucchi: electronics samples und keybords sowie dario lucchi: french horn.
ein blick auf das cover verdeutlicht, dass es sich um vater und sohn handeln
muss, die labelinfo bestätigt dies.
der kompositorische part lag dabei beim vater marco.
die sehr warme produktion nimmt sich zeit, ist auf überdauern angelegt (75
minuten!)
. wabernde soundmalereien, die immer wieder ästhetische reize durch
den einsatz des horns sowie diverse samples (bspw. aus "blue velvet")
erfahren.
es ist sehr schön zu sehen, dass auch solche projekte wege an die
öffentlichkeit finden.


http://www.rollingstone.de/forum/showthread.php?t=16936



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e zarathustro (ma come si fa a leggere o far leggere bibbie vangeli o dissee
quando cognosci codesto libro? mah...)

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----- Original Message -----
From: "Leonardo Montecchi" <lmontecc@libero.it>
To: <rekombinant@liste.rekombinant.org>
Sent: Saturday, March 11, 2006 12:20 PM
Subject: [RK] L'autogestione della formazione


Questo è il mio intervento al congresso di Madrid sulla formazione. Mi
piacerebbe discutere con chi si interessa del caos e dei frattali.

Ciao
Leonardo Montecchi

L'autogestione della formazione





Mi sembra di trovarmi ad un giro di spirale e dunque mi interrogo sulla
differenza e sulla ripetizione, o meglio, come piace a me sulla ripetizione
differente.

Mi sto immaginando questa scena ed ho immaginato i relatori e tutti voi che
siete in sala, questo spazio immaginario è abitato da  pulsioni ,desideri,
sguardi, rumori, voci che si intrecciano fra di loro, ma a ben vedere tutto
proviene da un punto, non so dire se un punto solo, da quel punto che ci ha
convocato è che sta funzionando come un attrattore strano.



Sto parlando di un attrattore che attraversa il piano della vita quotidiana
in cui come ci dice Montale:



Spesso il male di vivere ho incontrato:

era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l'incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato



L'attrattore strano ha prodotto un varco nella forma della coscienza
ordinaria ed ha  costituito  uno spazio mentale differente da quello della
vita quotidiana.

Voglio parlare di come si formano questi varchi perché credo che la nostra
formazione sia la concezione operativa delle pratiche di allargamento della
coscienza.



Il campo della formazione è attraversato dalle idee dominanti che  tendono
alla produzione di individui "flessibili" al dominio globalizzato di un
capitalismo che non produce più solo merci ma anche comportamenti di
consumo, stili di vita, forme di coscienza o meglio di falsa coscienza come
avrebbe detto Lukacs.



Questo semiocapitalismo, cioè capitale di segni e significati, che si
appropria del plusvalore prodotto dai lavoratori cognitivi è lo sfondo dello
spazio mentale della vita quotidiana contemporanea.



Questo spazio sembra avere   una forma fissa, immobile .



Pichon Riviere,nel lavoro sulla storia della tecnica dei gruppi operativi
ci segnala che i gruppi possono essere classificati in tre tipologie:



a)centrati sull'individuo,

b)centrati sul gruppo come insieme totale

c)centrati sul compito



gli psicologi sociali che lavorano con il gruppo centrato sul gruppo, e lo
definiscono come una Gestalt una forma ,non ne colgono gli aspetti dinamici.



Questo aspetto è  un ostacolo epistemologico perché  lo sfondo non è mai
immutabile, è la "forza materiale della ideologia" come diceva Reich  a
porre lo stato presente delle cose come se  fosse assoluto e realizzasse  la
fine della storia e dunque  il migliore dei mondi possibili.





E' l'ideologia che fa percepire  lo sfondo dello spazio mentale della vita
quotidiana come immutabile come se non avesse nessuna dimensione, nessuna
storia e forse nessuna forma.



In questo spazio si costruiscono oggetti che hanno l'aspetto delle figure
della geometria euclidea,

 come il punto e la linea nel piano ad una dimensione,

 il quadrato e le altre figure nel piano a due dimensioni,

il cubo in un piano  tridimensionale.



 Questo è anche lo spazio della causalità lineare in cui è possibile
prevedere l'andamento di un fenomeno grazie alla costruzione di assi
cartesiani per cui alla variazione di un certo valore sull'asse delle x
corrisponde  un certo valore sull'asse delle y ed è quindi visualizzabile
una relazione lineare di causa ed effetto.



Ma, in questa dimensione si aprono varchi che ci  immettono in mondi
imprevedibili.

Mondi in cui  come si dice :

 lo sbattere delle ali di una farfalla a Pechino provoca un terremoto a Los
Angeles.

Sto parlando dei mondi delle relazioni non lineari, della imprevedibilità,
sto parlando del caos e non del cosmos.



Si, penso che la convocazione a questo incontro abbia funzionato come un
attrattore strano cioè come una linea di forza caotica e disordinata in
grado di produrre un campo morfogenetico cioè un luogo mentale capace di
generare forme, uno spazio caldo, magmatico, lo spazio dell'imaginazione
radicale di cui parla Castoriadis,

uno spazio in cui non sono definiti i codici per attribuire determinati
significati ai molteplici segni, un atanor alchemico in cui siamo immersi e
di cui non possiamo prevedere l'esito.



Questa dinamica del caos è il regno della non linearità, nello spazio
gruppale non si sa bene quale effetto corrisponde a quale causa.

Armando Bauleo nel suo lavoro sugli effetti del processo gruppale ci ricorda
che per Renè Thom comprendere è geometrizzare e dice che per questo ci
ricaviamo uno spazio interno per il posto delle interpretazioni.



Sto parlando di questo spazio, uno spazio mentale  condiviso che è generato
da un campo di forze che attrae linee di energia, l'attrattore di questo
campo non ha una dimensione finita.

Sto parlando della spirale.



Mi sembra di poter dire  che siamo attratti da una spirale logaritmica che
prosegue indefinitamente sia verso l'interno sia verso l'esterno: la curva
si avvolge intorno al punto centrale senza mai raggiungerlo.

Il centro della spirale logaritmica, osservato con qualsiasi ingrandimento,
appare costantemente come una spirale infinita.

La spirale logaritmica è una figura autosimile e di conseguenza può essere
considerata un frattale..

I frattali sono figure che si organizzano attorno a linee di forza che
donano loro una organizzazione apparentemente caotica e disordinata.

La struttura di questo campo morfogenetico che crea i frattali e che può
avere una infinità di forme diverse è detta attrattore strano.

















La formazione in una dimensione frattale,cioè infinita non può essere
pensata come la trasmissione di una serie di teoremi o di dimostrazioni
geometriche in se concluse, è innanzitutto l'apprendimento delle possibilità
di accedere ad una simile realtà.

Non si tratta di una Gestalt, di una forma e di una realtà istituita che
deve essere appresa ma piuttosto di una Gestaltung di un" formando", di un
processo in cui non c'è nulla di

finito che deve essere trasmesso.









Dice Pichon Riviere:









"Gestaltung risultò il termine più appropriato per significare che si
trattava di un processo mobile,in un circuito aperto e non in un circuito
chiuso come può essere la Gestalt"





La formazione così come la intendiamo non è un processo lineare ma caotico
che si presenta come un continuo passaggio dall'implicito all'esplicito, dal
manifesto al latente senza un vero e proprio inizio e senza una fine.

Anche la logica bivalente, che presenta situazioni dilemmatiche come opzioni
fra il si e il no viene superata nel gruppo operativo  da una logica
polivalente vaga,sfumata, fuzzy, che permette la soluzione dei paradossi
come l'impossibilità per la parte di contenere l'intero così per l'individuo
di contenere il gruppo.

Il teorema della sottoinsiemità di Bart Kosko permette di affermare che la
parte contiene il tutto,in una certa misura.

Così l'individuo contiene il gruppo in una certa misura.

Il gruppo centrato sul compito  si avvale di una epistemologia che Pichon
Riviere ha definito convergente, ciò significa che  il campo operativo piega
le diverse discipline verso lo scopo e il gruppo che così lavora è capace di
produrre nuovi concetti applicando così il tipo di filosofia di cui parlano
Deleuze e Guattari cioè una filosofia della prassi che concatena
costantemente macchine che diventano strumenti per il gruppo nella misura in
cui funzionano per aiutare il lavoro.

Ci possono anche essere costruzioni concettuali  che ospitano le fantasie ed
i fantasmi del gruppo e ne ostacolano l'attività.

Molte altre volte si manifesta il fenomeno della serendipità e cioè si cerca
qualcosa che non si trova ma cercando si trova qualcos'altro di forse più
importante.

 Come Colombo che cercava la via per l'Asia ed ha scoperto l'America.

Il gruppo funziona decostruendo discipline e codici delle istituzioni di
appartenenza e dei gruppi interni degli integranti e ricombinandoli  in
nuove forme.

La ricombinazione è una attività importante nel processo di formazione e può
effettuarsi quando si realizzano dei vincoli nel gruppo centrato sul compito
che liberano gli integranti dalle loro stereotipie sia concettuali che
affettive.









Ma qual è la formazione per il  gruppo operativo:





Per tornare a Montale:



Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,

si qualche  storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,

ciò che non siamo,ciò che non vogliamo.







Sicuramente non è una formazione istituzionalizzata in cui si possa pensare
a una serie definita di teoremi o formule.

Non è un codice di interpretazione di situazioni gruppali che deve essere
appreso per poi essere applicato da un coordinatore.

Non esiste un codice che possa contenere le infinite varianti delle forme
frattali che può assumere lo spazio gruppale.

Anzi la cristallizzazione di queste forme,ne può provocare la
stereotipizzazione e diventare un ostacolo concettuale al lavoro del gruppo.

 La forma frattale è la cresta dell'onda e la formazione ha più a che vedere
con il serfing che con l'ora et labora.

L'aspetto centrale della formazione è l'apprendimento della capacità di
costruzione dei varchi che ci immettono nello spazio a dimensione frattale e
ci fanno uscire dalla forma di falsa coscienza che domina la
contemporaneità.

E' un po' l'apprendimento di come,quando e dove si formano le onde, un
apprendimento che non è solo cognitivo ma anche affettivo ed ha qualcosa a
che vedere con l'intuizione,con l'odore dell'aria con il vento:



Da dove verrà il vento?Dicono che sia il respiro di Dio. Chi da veramente
forma alle nuvole?



Così la voce fuori campo definisce il vento nel film  "Un mercoledì da
leoni" prima che Mat,Jak e Leroy affrontino la grande mareggiata, Bear che
era stato in un altro grande mercoledì sapeva che sarebbe arrivata la
mareggiata.



Apprendere questa capacità della dissociazione strumentale come diceva
J.Bleger è lo scopo di una concezione che è capace di autogestire la
formazione permanente di un sapere che si alimenta dalla continua diffusione
dei gruppi operativi e dalla loro concatenazione rizomatica.

La rete diffusa dei gruppo operativi, la comunicazione sui vari piani senza
una forma gerarchica costituisce lo specifico del nostro sapere.

 Un sapere distribuito nella rete e nei vari nodi che cresce e si ricombina
nelle infinite forme frattali della spirale.









Lenardo Montecchi                                            Rimini   18 02
2006



Bibliografia:



Armando Bauleo : Effetti del processo gruppale  In:

                               Note di Psicologia e Psichiatria Sociale
Pitagora





Eugenio Montale   Tutte le poesie         Mondatori





Gyorgy Lukacs      Storia e Coscienza di Classe           Sugar





 Enrique Pichon Riviere   Historia de la tecnica de los grupos operativos In

                                          El proceso grupal
Nueva Vision





Wileim Reich        Psicologia di massa del Fascismo       Mondatori





Cornelius Castoriadis    L'istituzione Immaginaria della societa'
Boringhieri





Bart Kosko      Il fuzzy-Pensiero                Baldini e Castaldi





Gilles Deleuze Felix Guattari   Che cos'è la filosofia              Einaudi





Renè Thom    Stabilità Strutturale e morfogenesi                Einaudi





B. B. Mandelbrot, Gli oggetti frattali, Biblioteca                Einaudi


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http://www.orenambarchi.com/discography.html



mi piace molto soprattutto Grapes from the Estate

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http://www.mmlxii.com/




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From the street you step through an anonymous doorway and stand at the
bottom of a decayed stairwell lit by one yellow bulb; listen to the
ambiguous industrial clanging and occasional disembodied whispers that
emanate from the bowels of the ancient factory. Arcadia is on the 3rd floor,
but every step closer somehow seems to take you down instead of up. You feel
as if you were going down the way sleepers descend into the REM state; down
the way Alice went down the rabbit's hole; down the way Orpheus went down
after Euridice. And when you reach the massive iron-strapped doorway that
swings open silently onto a twilit world of bouys bobbing on the ceiling,
flying horses on the stairway, and liquid electronic music as enveloping as
a tropical sea, you'll know you've finally come to rest at the bottom of the
world. Welcome to Arcadia. You swim through Arcadia, as if through the
submerged ruins of an ancient city. Past James Elaine¹s quiescent, luminous
sculptures of blown glass, antifreeze, perfume factices, past a wall of
transistor radios creating a wash of static, murmuring in an extinct
language distilled from the living air. Beneath exquisite, decaying lattice
vaults and octograms of cast iron, whose patterns are echoed precisely in
the great gold and brown tiles paving the floors through flowing partitions
of muslin to a gothic bedchamber, with a ladder leading down into an
interior courtyard, whose stillness and isolation on a moonlit night can
recall the corrosive splendor of a Moorish watergarden. The dreams of
Arcadia are only the fleeting memories of a school of fish, of a
half-finished hallucination, of a song that used to make you cry, long ago,
when the world was greener and the alcazar of your imagination had many,
many more rooms.